Non c’è essere umano che non conosca, anche solo per sentito nominare, la Reggia di Versailles. Chiunque abbia studiato un po’ di storia, oppure visto qualche film, una pellicola sui Moschettieri, le storie di Maria Antonietta ecc. avrà sicuramente ammirato – filtrate da un display – le camere della reggia.
Una giornata a Versailles
Visitare la Reggia di Versailles, ed i suoi giardini, richiede impegno, tempo e curiosità. E’ un viaggio nel viaggio. Nei cinque giorni trascorsi alla scoperta di Parigi abbiamo deciso di investirne uno in questo capolavoro d’architettura. E ne è valsa la pena.
Cenni storici
Prima di perderci nelle stanze e nei giardini, facciamo due passi nella storia di questo luogo. Una storia incredibile. Nelle camere di Chateau de Versailles hanno vissuto personaggi che è impossibile ignorare: influenti a livello globale (ricordandoci che il loro mondo era l’Europa), potenti come dei, cultori del bello e dell’arte.
Si tratta, per sintetizzare, di Luigi XIV, Luigi XV, Luigi XVI, Napoleone I, Napoleone III, Luigi Filippo, Maria Antonietta e ne potremmo citare numerosi altri.
Versailles: la nascita della Reggia
La Reggia di Versailles, così come la conosciamo oggi, è frutto di numerosi interventi edilizi, architettonici e risultato di altrettanto numerose modifiche su strutture precedenti.
L’edificio non è situato nel comune di Parigi, ma al di fuori dei suoi confini. Si colloca a 16km fuori dalla capitale francese, estendendosi su uno spazio incredibilmente vasto. La nascita del progetto si colloca intorno all’anno 1620. E’ in questo periodo storico che si inizia la costruzione degli edifici che perdureranno nel tempo, nei secoli a venire.
A dare il via ai lavori fu Luigi XIII, nel 1623. La prima struttura eretta è un padiglione di caccia. Solo con l’erede del re, Luigi XIV proseguiranno i lavori, ampliandosi.
Con i primi lavori di ampliamento fu costruita la prima reggia. Furono aggiunte tre ali al corpo principale, ma si ebbe nello stesso periodo anche un primo investimento sui giardini. Fu opera dell’architetto Le Brun anche la progettazione dei sistemi di fontane e la scelta e installazione delle numerosissime statue.
Ampliamenti
Tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700 si registrano le più grandi attività edilizie. Oltre all’ampliamento dell’edificio principale, in questo periodo storico fu realizzata la più famosa delle stanze: la Galleria degli Specchi.
In questo periodo si lavora alacremente anche alle modifiche degli edifici esterni, ammirabili nel parco: il Grand Trianon più di tutti.
Fu questo anche il periodo in cui il re decise che la Reggia di Versailles avrebbe assunto il ruolo di residenza, fissa e stabile, della famiglia reale (spostando la corte da Parigi).
Con la morte di Luigi XIV, l’erede al trono decise di riammodernare l’edificio, rendendolo più funzionale alle esigenze dei suoi abitanti. Fu su suo volere che venne costruito il Petit Trianon (1768).
Luigi XVI, successore di Luigi XV, lavorò alacremente alle ristrutturazioni delle stanze reali. Anche Maria Antonietta, la regina, volle far ammodernare le sue pertinenze esclusive nel Petit Trianon, aggiungendovi un teatro.
Fu poi la Rivoluzione Francese. E la famiglia reale destituita.
L’epoca Napoleonica
Facciamo un rapido balzo all’epoca Napoleonica.
E’ l’anno 1804, Napoleone, Imperatore, ebbe intenzione di rendere Versailles la sua dimora. Ragioni economiche fecero desistere l’uomo di Corsica da questo intento, visti i costi eccessivi di restauro che avrebbe dovuto sopportare. Nel 1810 quindi fece restaurare solo il Grand Trianon.
Solo Luigi Filippo, molti anni dopo (1833 circa), si impegnò in lavori di restauro della reggia. Invece di renderla una residenza volle investire i propri capitali affinché divenisse un museo. Architettonicamente fu fatto anche un lavoro generale di armonizzazione delle strutture, ma nei tempi a seguire l’edificio fu adibito anche ad ospedale militare.
Fino al 1871 all’interno delle sue stanze stazionarono i comandi dell’Impero Prussiano. Storia complessa, anche quella di un solo (anche se non semplice) edificio.
Storia contemporanea
Giungiamo, con ampi balzi nel tempo, alla storia contemporanea. Nel XX secolo, sul finire della seconda guerra mondiale, una nazione travagliata da bombe, morti, carri armati e dolori infiniti (come il resto d’Europa) volle investire risorse nella ristrutturazione del palazzo reale.
Furono ristrutturate le fontane, furono ripresi i lavori di ristrutturazione degli edifici principali sui progetti di Luigi XV, ripreso il tetto, investite somme di denaro ingenti nel ricercare tutta la mobilia originale che, inevitabilmente, nel tempo era stata trafugata e spesso venduta. Recuperare tutto fu oneroso, oltre che complesso.
Fu poi, nel XXI secolo, che i veri investimenti promozionali portarono Versailles ad essere una delle maggiori attrazioni turistiche della Francia.
La Reggia di Versailles
Come vi abbiamo già detto in precedenza, un viaggio a Parigi non può non contemplare una visita alla Reggia di Versailles. E’ un pezzo di storia e d’arte che racconta, in modo incredibilmente vivo, la storia di tutta la Francia. E’ opulenza, è bellezza, è ricchezza.
Per visitare questo luogo può bastare una giornata, e probabilmente impiegarne di più di tempo sarebbe ancora meglio. Ma ci sono tante, troppe cose da vedere.
Versailles si raggiunge comodamente da Parigi.
Lo si può fare senza troppa complessità con i mezzi pubblici. Ovunque sia il vostro hotel, basterà raggiungere la linea C della RER per essere trasportati direttamente alla stazione di Versailles. Il prezzo del biglietto è di 7€ ed il viaggio dura circa 40 minuti. Se raggiungete la stazione di Les Invalides (che è in pieno centro) siete già sul percorso!
La stazione d’arrivo è a pochi passi dall’ingresso principale.
Immersione nella storia e nell’arte
Arrivare a Versailles ha un doppio strato d’emozione. La stazione e i dintorni, prima di raggiungere il palazzo, sono un po’ anonimi. Ci sono tantissime persone che si muovono verso la reggia.
Quando la si vede, oltre a quel senso un po’ di smarrimento dovuto dal parcheggio un po’ spartano e insignificante sito prima dell’ingresso principale, si sente subito montare l’emozione. Quanta bellezza: tetti blu scuro, ricami dorati, tantissime le finestre, i comignoli… dove sono i moschettieri?
Superati i primi controlli di sicurezza (ed in Francia sono davvero tanti), controllato anche il Green Pass (almeno nei luoghi turistici, a Parigi, sono super fiscali, e meno male!), ci si incammina verso la fila per gli ingressi.
Avere già il biglietto aiuta, anzi è quasi necessario. Le prenotazioni volano via in un battito di ciglia, anche nei giorni feriali!
Si accede, dunque, al palazzo dei re.
Un percorso opulento
Già appena varcato l’ingresso si percepisce di essere entrati in qualcosa di… meraviglioso. I corridoi sono ampi, adorni di busti. C’è penombra e siccome siamo ancora al piano terra la temperatura, visti porticati su cui ci affacciamo, non è molto confortevole. Ma è qui che ci imbattiamo nella prima delle sorprese: la Cappella Reale.
E’ magnificente, bianca e dorata. Soffitti altissimi, decori barocchi, uno spazio estremamente verticale, come una congiunzione dell’uomo a terra con Dio oltre il visibile. Non si può non restare colpiti da questo angolo sacro.
Proseguiamo lungo il percorso, tracciato ed indicato chiaramente da segnali, e ci dirigiamo in una serie di stanze che presentano rapidamente e con modellini, l’evoluzione storico-architettonica del luogo (da paesino, a piccolo castello, a casino di caccia, fino ad essere il Palazzo Reale).
Contenuti digitali, pannelli illustrativi e l’applicazione scaricabile gratuitamente (meglio se avete delle cuffie) vi guidano fino alle scale che conducono agli appartamenti del primo piano.
Raggiunto il primo piano si è finalmente davvero nel mondo di Versailles. Qui visse il re e la sua famiglia. E’ una struttura enorme, con la classica architettura a stanze collegante. Non esistevano i corridoi. Ogni ambiente aveva una propria destinazione, e non tutti purtroppo sono arredati con i mobili d’epoca. Molte stanze, infatti, sono adibite a pinacoteca: raccontano i personaggi e la famiglia dei Borbone di Francia.
La galleria degli specchi
Proveremo a raccontare brevemente degli ambienti più incantevoli della reggia. La galleria degli Specchi è uno di quegli ambienti che tutti conosciamo, anche senza averla visitata.
L’abbiamo sicuramente vista in qualche film!
E’ uno spazio ampio, incredibilmente bello. Lampadari incantevoli calano dal soffitto, tutto intorno la luce si riflette nelle superfici argentee, entrando dalle ampie finestre. E’ luce, è gioco di spazi e immagini.
Questo fu un ambiente progettato per rendere immediatamente percepibile agli ospiti la ricchezza del re: 17 finestre, 17 ampi specchi (350 parti). Mobili d’argento. Sul soffitto campeggiano affreschi, tutti narranti la storia della vita di Luigi XIV.
La stanza veniva utilizzata dal re per raggiungere quotidianamente la cappella. In questo ambiente si svolgevano anche feste e festicciole, ma era anche l’ambiente in cui si accoglievano ufficialmente gli ambasciatori.
Il Salone d’Ercole
Altro ambiente estremamente suggestivo è il Salone d’Ercole. Fa parte degli appartamenti del re, ha un aspetto estremamente suntuoso e al suo interno si trovano due dipinti di Paolo Veronese. Il soffitto da il nome alla stanza: un affresco enorme rappresenta L’Apoteosi di Ercole.
Non si può poi non notare il camino, enorme, che riempie una delle pareti d’ingresso alla sala.
Il Salone di Apollo
Non può non colpire, poi, il Salone di Apollo. Anch’esso fa parte degli appartamenti reali.
Era l’ambienta in cui il re teneva udienza.
La stanza prende il nome dedicato al dio del Sole perchè stesso il re soleva identificarsi in questa divinità.
Del trono d’argento non c’è traccia, fu fuso su ordine del re per fronteggiare le spese militari della Guerra della Grande Alleanza.
Di ambienti meravigliosi all’interno del palazzo ve ne sono tantissimi (ed anche una caffetteria).
Non ve ne racconteremo altri, non vogliamo togliervi l’emozione e la curiosità di immergervi in questo viaggio storico. Versailles, sappiatelo, merita in senso assoluto di essere visitata. E’ incantevole.
Ma il giro di scoperta non si esaurisce con la visita al palazzo principale.
I Giardini della Reggia di Versailles
Dopo aver percorso un po’ di chilometri passeggiando indoor, ci tocca e ci diverte passeggiare per l’enorme spazio verde dei Giardini della Reggia di Versailles. Sono sterminati. Ed incantevoli!
Ancora una volta è come sentirsi comparse in un film.
Parte dei giardini sono visitabili liberamente (la zona più distante dal palazzo), parte di essi invece sono a pagamento. La zona a pagamento è quella più bella.
Si arriva al giardino scendendo una scalinata. Essa si sviluppa intorno alla fontana nota come Bassin de Latone.
Ci si incammina, dunque, per la lunghissima passeggiata. In fondo, verso l’orizzonte, ci aspetta il Grand Canal. Qui navigavano barche per le feste. Oggi si possono noleggiare tranquillamente barchette per un momento di relax.
Grand Trianon
Continuando la passeggiata, nella frescura d’autunno, ci siamo avventurati lungo la strada che costeggia il Grand Canal e, raggiunta la vasca più ampia, abbiamo virato verso destra. Ci attendeva la visita all’edificio del Grand Trianon.
Fidatevi, anche questi sono ambienti che meritano in senso assoluto una visita!
Dimensioni evidentemente più contenute, rispetto alla reggia principale, ma non meno interessati da scoprire.
Il Grand Trianon fu voluto da Luigi XIV. Qui poteva liberarsi dal fastidio degli ambienti di corte, e tutto l’edificio fu costruito con coperture in marmo. Lo stile della struttura è in parte italiano, e gli ambienti sono molto più intimi e semplici rispetto a Versailles.
Qui, il re, poteva trascorre il tempo in maggior intimità con i propri pensieri. Ovviamente anche il Trianon era arricchito da un giardino privato. Piccolo, ma pur sempre magnifico.
Petit Trianon
Incamminandosi ancora più esternamente rispetto ai giardini reali si va incontro al Petit Trianon. Edificio anche questo di proprietà reale.
L’edificio nacque per un capriccio di Madame de Pompadour, amate favorita del re Luigi XV. La donna, però, morì prima che l’edificio fosse terminato.
Se inizialmente il luogo fu adibito a zona del piacere del re, con Luigi XVI esso fu donato alla regina Maria Antonietta. Qui la regina si rifugiava, lontano dalla corte, lontano da tutte le formalità.
L’edificio è un mix di neoclassicismo e rococò, ma tutto l’ambiente sa di intimo, di caldo ed accogliente. Ambienti contenuti, arredi poco sfarzosi, sfidano la bellezza bucolica dei giardini della struttura…
I Giardini e l’Humeau
Lasciamo il Petit Trianon e ci addentriamo nel meraviglioso mondo vegetale dei giardini della regina.
Sono diversi da quelli del palazzo di Versailles. Sono più selvaggi, più intimi, più disordinati, più avvolgenti.
Il percorso non è definito, ma una moltitudine di sentieri si dipanano verso diverse mete.
Seguendo i percorsi ci si imbatte, d’improvviso, nel Tempio dell’Amore. E’ li, su un’isoletta. Bello, semplice, bianco. Fiori, alberi, piante, sentieri, rivoli d’acqua, fiumi, laghetti. Tutto è graziosamente armonico.
La regina, Maria Antonietta, volle poi che fosse eretto un piccolo villaggio. Qui vivevano davvero contadini e allevatori, pascolavano le vacche, le pecore, gli animali da cortile e si coltivava la terra. Era un angolo di vita rurale, a disposizione della regina.
Oggi c’è, bello e incredibilmente suggestivo, questo borgo: è l’Humeau. Otto case coloniche, intorno ad un lago, erano affiancate da altrettanti orti. Tutto ha, oggi, e immaginiamo anche allora, un aspetto estremamente rurale. Magico. Bellissimo, anche in un giorno di cielo plumbeo.
Parigi: cosa vedere in cinque giorni?
Una giornata è trascorsa, interamente, a Versailles. Una passeggiata infinita, tra edifici, giardini, architettura, natura e profumi d’altri tempi.
Il nostro viaggio, però, continua.
- La città
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- Gli edifici religiosi
- Dove mangiare