Soncino, o in dialetto Sunsì, è un borgo medievale che si trova nel cuore della pianura lombarda. Provincia di Cremona, ma raggiungibile in poco anche da Milano, potrebbe essere la tappa ideale di un sabato o una domenica d’escursione.
Soncino: passeggiata nella storia
La storia di Soncino mette le sue radici in un passato assai remoto, e pare che già in epoca romana vi fosse una comunità stabile nel territorio dell’odierno comune. Un tempo, poi, nei pressi della cittadina c’era un lago, il lago Gerundo.
Abbandonando l’epoca romana, ci catapultiamo nel Medioevo. Soncino, qualcuno vuole, dovrebbe avere germaniche, eppure pare che di prove storiche a riguardo non ve ne siano… prendiamo per buona questa versione della storia? Al 1118 si possono datare le prime materiali testimonianze di Soncino quale borgo, che passa dalla dominazione bergamasca a quella cremonese.
Nel XIII Secolo Soncino viene fortificata, essendo sul confine con Orzinuovi (sotto l’influenza bresciana). Viene eretta la rocca le prima fortificazione muraria. E’ però nel periodo visconteo che Soncino diventa un baluardo di difesa contro l’espansione veneziana nel cuore della Pianura Padana. La città resiste, e frattanto investe risorse per irrobustire anche la propria economia. Diventa nota, infatti, per il pannolana soncinese.
Tra ‘400 e ‘500 viene riedificata la rocca e ristrutturata la cinta muraria, e qualche testimonianza annovera il passaggio di Leonardo Da Vinci per Soncino nell’anno 1498.
Nei tempi a venire la ricchezza del borgo, complice il clima teso e la crescente militarizzazione della zona, inizia a ridursi e Soncino perde di prestigio.
La rocca di Soncino: che bel castello!
Ma che bel castello, è la rocca di Soncino! Lo abbiamo esclamato appena giunti alla porta d’ingresso.
Arrivare a Soncino è davvero semplice, partendo da Milano. Ci si può arrivare grazie all’autostrada prendendo l’uscita per Romando di Lombardia, ma volendo anche seguendo le strade statali (poco trafficate e che attraversano altri borghi davvero carini).
Dopo aver lasciato l’auto a pochi passi fuori dal centro del comune, abbiamo passeggiato diretti al centro e subito siamo stati colpiti dalla bellezza della rocca.
La rocca
Per accedere alla rocca bisogna comperare un biglietto, costa poco e finanziare le attività di manutenzione e promozione del territorio è sempre cosa buona e giusta! C’è una capannina proprio prima dell’ingresso, basta chiedere li.
La rocca sforzesca ha un’altezza massima di 28 metri e una larghezza di 73. Sembrerà piccina, guardando esclusivamente ai numeri, ma è tanto ben tenuta e articolata da intrattenere per un po’ il visitatore.
Dai sotterranei alle mura
Appena varcata la soglia della rocca ci si trova in un ampio cortile. E’ spoglio, si, e la prima cosa su cui cade lo sguardo è il pozzo, in mattoni, solitario.
Per iniziare la scoperta della rocca, però, bisogna partire dai sotterranei. Con una piccola scala, in muratura, si accedere al sottosuolo.
Quando la luce ci abbandona, ci troviamo immersi nel passato. Stanze cupe, un tempo illuminate da sole candele, accoglievano le prigioni. Da qui, poi, ci incamminiamo verso la torre del capitano.
Inerpicandoci per le scale raggiungiamo i locali che vengono identificati come la torre del capitano (o del castellano). Qui troviamo anche gli appartamenti del castellano, e questa era considerata la struttura di ultima difesa della rocca, in caso di attacco.
Da qui si passa alle mura con merlature ghibelline (la classica merlatura a coda di rondine).
Camminando sulle mura
Riusciamo a passeggiare, dunque, anche sulla cinta muraria. Perfettamente conservata ci consente di raggiungere agevolmente le altre torri della rocca. Proprio di fronte a noi ve n’è una quadrata!
Da qui si possono osservare i territori esposti ad est e a sud.
L’atmosfera è suggestiva, complice anche la presenza di un ridotto numero di turisti. L’aria del passato si sente, e le tinte delle mura, i resti degli affreschi, il panorama intorno fanno immaginare un territorio un tempo tormentato dalle battaglie (ma magari son solo fantasie!).
Soncino oltre la rocca
“Oltre la rocca c’è di più“, diciamolo! Intorno al castello c’è altro da scoprire. Passeggiando, infatti, ci si perde tra i vicoletti silenziosi e curati. Qualche auto di tanto in tanto, ma la quiete regna sovrana.
La prima cosa che salta all’occhio, anche mentre si passeggia sulle mura della rocca, è un’edificio chiaramente di origine industriale.
Si tratta del Museo della Seta di Soncino. Purtroppo l’abbiamo trovato chiuso.
Si ha, però, potendolo visitare l’occasione di fare due passi nella storia industriale italiana (ricordate l’altra tappa di viaggio in Lombardia che vi abbiamo proposto tempo addietro? Il bellissimo villaggio industriale di Crespi d’Adda).
A Soncino, poi, c’è anche il Museo della Stampa. Ci torneremo, a visitarlo, magari più in la, quando le condizioni sanitarie nazionali consentiranno di vivere più rilassati le attività culturali. Per adesso, però, torniamo al nostro racconto.
Un po’ di architettura religiosa
Immancabili sono le chiese, edifici che spesso raccontano il passato dei luoghi che viviamo. Ne abbiamo trovate aperte un paio e ne abbiamo approfittato per sbirciare all’interno.
La Chiesa di Pieve di Santa Maria Assunta che all’interno si presenta come una reinterpretazione del blu di Giotto (che potete ammirare in tutta la sua divina – è il caso di usare questo aggettivo – magnificenza nella Basilica di Assisi).
L’arredo, l’architettura interna, ricca e che colpisce l’occhio si scontra con un’ingresso molto più leggero: mattoni rossi, due colonne in pietra bianca e due leoni.
Tornando sui nostri passi, diretti nuovamente verso la rocca, abbiamo fatto tappa nella chiesa, davvero bella, dedica a San Giacomo.
Quasi celata tra i palazzi del centro storico, la chiesa di San Giacomo si apre al viaggiatore curioso non appena varcata la soglia.
Buia, potrebbe sembrare, ma all’interno tante cose attirano lo sguardo. La scalinata imponente che porta all’altare maggiore, per dirne una, oppure le porte che conducono alla cripta. O ancora il corridoio che conduce al chiostro interno. Insomma, c’è da curiosare!
San Giacomo fu edificio che per Soncino assunse gran valore nel tempo. Nella sua cripta fu costudita una delle reliquie sacre per il cristianesimo: una delle spine della Corona di Cristo.
Essa però è stata trasferita nella chiesa di Pieve di Santa Maria Assunta (di cui abbiamo brevemente scritto sopra).
Al suo interno, nonostante la perdita della reliquia, si possono ammirare opere antiche: da statue in terracotta dedicate al Cristo Morto, le vetrate dell’abside, il coro ligneo cinquecentesco ed i vari affreschi al soffitto.
Il ritorno
Visitate le due chiese abbiamo lasciato cadere lo sguardo sulle lancette dell’orologio. Si era fatta quasi ora di rifocillarsi. Inutile sperare in un posto in cui accomodarsi: tutto pieno! Ne eravamo coscienti già da un po’ e quindi abbiamo passeggiato nuovamente verso l’auto.
Lungo la strada ci siamo imbattuti in un bellissimo palazzo in stile liberty, Palazzo degli Azzanelli (foto in alto). Abitato, è davvero suggestivo e gode di un panorama molto bello, soprattutto nelle giornate di sole!
Prima di fare ritorno a Milano, però, abbiamo deciso di deviare verso Soresina per il pranzo. E da li, con tappa breve a Crema, tornare nel capoluogo di regione. Di questi luoghi magari vi parleremo poi, quando ci torneremo per dedicar loro il tempo necessario e l’attenzione sufficiente a parlarvene con criterio!