Avrete notato che sulle pagine di questo blog si parla, tra i vari argomenti, di scarpe. Si, le scarpe sono qualcosa che, neppure troppo velatamente, esercita una strana forza attrattiva su di noi.
Se vi abbiamo introdotto al brand tutto italiano Velasca, e poi accompagnati alla scoperta di del brand teutonico con una storia antichissima Birkenstock, adesso voliamo in USA per incontrare New Balance.
New Balance: un po’ di storia
L’azienda, che nasce nel 1906 a Boston, inizia la sua attività nel mondo calzaturiero occupandosi prettamente di solette e supporti per l’arco plantare. L’obiettivo era offrire un prodotto che rendesse più comode le scarpe prodotte da altri brand.
Circa trenta anni dopo il fondatore, il sign. Riley, porta l’azienda a far parte di progetti di partnership con altre iniziative imprenditoriali.
Inizialmente le suolette erano offerte a lavoratori che trascorrevano molto tempo in piedi e il business era fortemente orientato a chi aveva bisogni di supporti plantari sul lavoro.
Solo nel 1961 la New Balance, allora nota come New Balance Arch Support Company, disegnò un suo primo modello di scarpa sportiva.
Il primo modello fu chiamato Trackster e si caratterizzava per la suola ad alta aderenza (grip). Solo in questo periodo si inizia a sentir parlare di New Balance e delle sue innovazioni.
L’espansione globale
Nel 1972 si individua un’altra pietra miliare del business di New Balance.
Alla maratona di Boston appare il primo paio di New Balance ai piedi di un atleta. Fu così, col boom del running (negli anni ’70) che la New Balance iniziò il suo percorso di conquista del mercato.
Il boom del running portò New Balance sul mercato calzaturiero statunitense prima, globale poi. Fu il periodo di espansione del brand, ed i primi bisogni di revisione del modello di business iniziarono a far capolino.
L’evoluzione delle condizioni di mercato hanno portato l’azienda a compiere importanti scelte, quella che maggiormente sorprende è la scelta di mantenere gran parte delle produzioni di calzature in paesi quali USA e Gran Bretagna.
Un brand ed i suoi simboli
Le scarpe New Balance, negli anni, hanno calcato palcoscenici importantissimi. Probabilmente tanti ricorderanno l’abbigliamento di Steve Jobs. Dolcevita nero, jeans e un paio di New Balance ai piedi.
Nel tempo il background puramente sportivo del brand è andato diluendosi, ed oggi l’azienda oltre a non produrre più soltanto scarpe da running, come i grandi brand del vestiario, presidia il mercato sportivo nella sua totalità (la squadra di calcio della Roma, infatti, veste New Balance) e il mercato della moda casual. Le sneakers sono, infatti, super diffuse globalmente. Ed è di un modello abbastanza recente che vi vogliamo raccontare: le XC-72.
XC-72: che design!?
E’ stato un colpo di fulmine, per me. Le ho viste, mi sono innamorato.
Se generalmente le sneakers della New Balance non sono, a mio avviso, le scarpe più belle da poter sfoggiare, quando ho visto le XC-72 sono rimasto a bocca aperta: che spettacolo!
Un piccolo gioiello di design. Ma, si sa, i gusti son gusti. Non a tutti possono piacere.
Spigolose, cattive, colorate, strane. La doppia texture della suola, i contrasti fortissimi di colore, i materiali, hanno qualcosa di attraente (per chi è attratto da cose non troppo comuni).
New Balance le presenta così:
Le nuove XC-72 si spingono oltre le classiche fonti di ispirazione, con un design intramontabile dall’ottimismo tecnologico speculativo delle concept cars degli anni ‘70. Tre motivi per le suole assicurano un’aderenza impareggiabile e caratteristiche angolari utilizzate per la familiare eleganza a profilo basso delle scarpe da corsa. Le XC-72 sono il futuro sognato dal passato che prende vita.
Che sia un po’ una supercazzola?
Beh, concept cars, design intramontabile, ottimismo tecnologico… son scettico! Ma le ho comprate, e ne sono felice.
Materiali e confezione
La confezione di vendita delle XC-72 è classica. Scatola curata, come ci si aspetta dal brand, le scarpe e un paio di lacci d’altra tinta (azzurro) come accessorio in aggiunta a quelli bianchi. Basic, ma soddisfacente.
Le scarpe sono realizzate in materiali differenti.
Se la suola è in una gomma abbastanza rigida, troviamo ad affiancarla anche una sezione in materiale plastico di diversa qualità e fattura. Trattasi di una sorta di spuma rigida, essa ricorda immediatamente il materiale che compone le suole ammortizzate delle scarpe da running.
Infine, l’area che avvolge il tallone è rifinita con una gomma bianca semirigida, ma estremamente curata nel design.
La tomaia è realizzata, anch’essa, in multi-materiale. Troviamo pelle scamosciata, a caratterizzare la scarpa con dettagli di colore, tessuto e pelle, nonché schiuma. Quello che subito si nota è il mix di colori e materiali che, al primo sguardo, restituiscono un’immagine di dinamismo ed eccentricità. Ed è questo che colpisce, fin da subito!
New Balance XC-72 a passeggio
Quando indossiamo le New Balance XC-72 le sensazioni sono positive. Ormai le ho ai piedi da un po’ di tempo, mi hanno accompagnato in giornate di lavoro, in passeggiate per Milano, in viaggio in Irlanda.
Dunque, come mi sono trovato?
Comodità o no!?
La scarpa ricorda, in modo evidente, la calzata di una scarpa da running. Lo abbiamo già detto?
Fasciante la tomaia, ammortizzante la suola.
Quando la si indossa, sicuramente per chi ha piede a pianta larga, si percepisce la tomaia avvolgere il piede, tenerlo fermo e saldo. Non è così avvolgente da creare fastidio, almeno per la forma del mio piede.
Camminando, poi, si percepisce fin da subito un sostegno piacevole dato dalla suola e dalla sua composizione. Anche a passo svelto la scarpa risponde bene, ammortizza e rilancia il passo. Il tallone è sempre saldamente sostenuto, la punta non tende a scivolare.
Ovviamente non abbiamo una suoletta interna stile Birkenstock, quindi dimentichiamoci l’ergonomia.
Attenti allo sporco!
Il tallone d’Achille delle New Balance XC-72 è probabilmente la tenuta allo sporco. Complici, e colpevoli, colori e materiali. Sicuramente le tinte più scure reggono meglio lo sporco, ma le azzurre sono ricche di particolari bianchi. Ed è su questi che si nota, purtroppo, la traccia di sporco.
Se sulla gomma si riesce a pulire in modo abbastanza profondo, le aree coperte da tessuto sono più complesse da manutenere. E l’area scamosciata… stiamoci attenti! Anch’essa è delicata, se sporcata diventa irrimediabilmente scura.
Promosse o bocciate?
New Balance ha realizzato un prodotto che mi ha conquistato su tutti i fronti.
Sono scarpe dal design accattivante, particolare, forse anche eccentrico. Non passano inosservate, sicuramente.
Le forme della sneaker, il mix di materiali, le linee spigolose, i particolari della suola, i colori brillanti e gioviali, la sensazione al tatto, l’ammortizzazione (funziona anche in corsa! Fidatevi!) e la comodità generale sono tutti pregi che riscontro nelle XC-72.
Si capisce che mi piacciono moltissimo?
Indubbiamente abbiamo anche degli elementi che vanno a minare l’ottima percezione del prodotto.
I materiali sono belli, ma anche delicati, non sono scarpe che resistono tantissimo allo sporco, la suola – nonostante i tasselli – non offre tantissimo grip su mattonelle/piastrelle/pietre umide o bagnate, il taglio avvolgente (stile scarpa da running) può dar fastidio i primi giorni a chi ha un piede a pianta larga.
Nell’uso quotidiano, o in viaggio, le XC-72 sono state ottime compagne (e lo sono!) per i miei piedi!