L’invenzione delle razze (capire la biodiversità umana) è un libro interessante, una lettura che allo stesso tempo scorre veloce e lascia riflettere su come cresciamo, nostro malgrado, in una società permeata dalla scienza, eppure spesso troppo radicata ai luoghi comuni.
Il professor Barbujani, con una scrittura semplice, ci guida in un viaggio profondo nella scienza (e nell’evoluzione) scardinando con cura i tanti pregiudizi culturali che, talvolta, incoscientemente abbiamo in tasca.
L’invenzione delle razze
“La parola razza è tornata di moda“, scrive Barbujani. Ed è vero. Una parola che spesso ascoltiamo, anche quando ascoltiamo i discorsi di qualche politico, ma di cui nessuno conosce il significato. Una parola abusata. Ma cos’è la razza? Qualcuno sa spiegarlo?
Mi ha colpito, tra le pagine di L’invenzione delle razze, un passaggio:
“Bene, una volta (…), a Milano, mi spiega per dieci minuti che non siamo tutti uguali (giusto), quindi mi afferra il polso e dichiara: <<Ci pensi, se i negri fossero come me si chiamerebbero bianchi!>>. E se ne va senza lasciarmi il tempo di rispondere.
Nel 2021, e quasi nel 2022, un’affermazione di questo tipo fa quasi ridere, e non certo di gusto. C’è qualcosa che non quadra. La scienza ha ampiamente dimostrato l’assurdità di un’affermazione (nel suo senso profondo) come quella citata poco più su.
La scienza ci spiega le cose
La scienza, per fortuna, ci aiuta a spiegare tante cose. Tra le varie, anche il perché parlare di razze è profondamente sbagliato.
Alla domanda, già posta in precedenza, “cos’è la razza?” penso che nessuno sappia rispondere con convinzione. Voi pensate di saperla dare una risposta? Fatelo nei commenti, siamo curiosi!
La razza non ha una ragion d’essere, è un termine che mescola pregiudizi culturali, confusioni scientifiche, storia e riferimenti personali.
Un esempio bellissimo del perchè il concetto di razza sia così labile da essere inutile lo ritroviamo pensando ai film d’azione, ai polizieschi. Quante volte l’inseguimento inizia, e nelle scene di guida concitata, alla radio l’agente (poliziotto o FBI) contatta i colleghi dando un identikit del fuggitivo…
“E’ un maschio, di razza caucasica, età sui 50…” – secondo la classificazione razziale del FBI esistono cinque razze: caucasico, afroamericano, ispanico, est asiatico ed indigeno americano.
Basta spostarsi in Inghilterra per trovare tutt’altro: europeo, afrocaraibico, sub continente indiano, medio-orientale, sud est asiatico. Questo fino a pochi anni fa (precisamente 12), perchè oggi le razze si sono moltiplicate solo nel Regno Unito!
Troviamo, infatti: bianco-britannico, bianco-irlandese, bianco-altro, bianco e nero caraibico, bianco e nero africano, bianco e asiatico, altra origine mista, asiatico-indiano, asiatico pakistano, asiatico del Bangladesh, altra origine asiatica, nero caraibico, nero africano, altra origine nera, cinese ed altro.
Ci trovate qualcosa di strano in questi elenchi? Non hanno molto in comune tra di loro, vero? E come si fa dunque a parlare di razza, se non c’è un qualcosa che ne definisca precisamente i confini?
Sono proprio i geni, infatti, che studiati ci hanno spiegato che la razza non esiste. C’è più differenza genetica tra due abitanti di due villaggi nel centro Africa (distanti circa 10 km) che tra un italiano ed un giapponese!
Chi parla male pensa male e vive male
Il termine razza è sbagliato. E’ un termine che induce in errore. E chi genera errori, vive negli errori, persevera negli errori e fa si che essi si diffondano a macchia d’olio…
Gli studi genetici, fino ad ora, hanno solo dimostrato che la teoria delle razze è una fesseria. La scienza, infatti, nasce per validare o confutare tesi… se si vuol confermare la tesi della razza, beh, ci vorranno studi capaci di dare risposte credibili. Arriveranno mai? Per adesso abbiamo tutte le prove che ne confutano ogni punto.
Perchè leggere L’invenzione delle razze?
Questo libro edito da Bompiani è una lettura interessante, coinvolgente, ed allo stesso tempo non carica di tecnicismi. E’ una lettura scientifica, educativa, formativa che può fare chiunque. Aiuta a capire perchè tante idee – che dovrebbero essere ormai perse nella memoria – oggi non hanno ragione d’esistere.
E’ una lettura che dovremmo far tutti, almeno una volta, per ricordarci che il mondo è bello nella sua varietà, nelle sue tinte arcobaleno, che i pregiudizi culturali possono e vanno scardinati, che se si ragionasse un po’ le cose che ci dividono potrebbero scomparire facilmente. Ed insieme, si sa, si è sempre più forti!