Il profumo del basilico mi riempie il naso. Il sole, bollente, ha da poco salutato la città.
Seduto in balcone, dopo aver letto un po’ del libro che mi accompagna, stappo una bottiglia di acqua brillante e ho voglia di musica.
Infilo la mano in tasca, eccola! Tiro fuori la ELARI NanoBeat, la accendo e con un tap metto in play la mia playlist serale.
ELARI: chi sono?
Proviamo, prima di raccontare della ELARI NanoBeat, a scoprire qualcosa in più sul brand di questa piccolissima cassa bluetooth.
ELARI è un brand del mondo dell’elettronica di consumo, nato nel 2012 e presente – attualmente – in circa 20 paesi a livello globale. L’azienda nasce in Russia, nel 2018 acquista visibilità e nello stesso anno il peso commerciale nel mercato domestico inizia a crescere. Gran parte del business, comunque, ha avuto modo di evolvere e crescere grazie ad una sorta di partnership con Aeroflot.
ELARI si propone come realtà che intende produrre e commercializzare prodotti tecnologici semplici da utilizzare, ma capaci di cambiare la vita di tutti, in meglio.
Il business principale, ad oggi, pare essere quello degli smartwatch.
ELARI NanoBeat
Noi non abbiamo tra le mani, o sulla punta di un dito, uno smartwatch, bensì una mini cassa Bluetooth. Stiamo parlando della ELARI NanoBeat.
Piccolissima, perchè è davvero piccina, ma allo stesso tempo abbastanza potente da strappare un sorriso e un “wow!” di sorpresa.
Confezione di vendita
NanoBeat è un piccolissimo altoparlante wireless che, fisicamente, sta sulla punta di un dito.
La confezione di vendita offre il minimo indispensabile per godere della propria musica preferita un po’ ovunque. All’interno della scatola troviamo:
- ELARI NanoBeat: la cassa piccina piccina;
- Un cavetto – corto – di ricarica: è un USB standard – Micro USB;
- Un laccetto da polso;
- Manuale di istruzioni;
Non ci aspettavamo di più, onestamente.
Materiali e design
ELARI NanoBeat è piccina, ma è anche un prodotto che possiamo considerare economico. Si porta a casa con meno di 20€, dunque le aspettative riguardanti materiali e design non devono (a ragion veduta) essere troppo alte.
Appena si scarta, sicuramente colpisce la confezione spoglia.
All’interno troviamo subito visibile la cassa, ma anche il cavetto di ricarica e uno scarno, semplicissimo, manualetto d’istruzioni. Di quest’ultimo non parleremo, anche perché poco c’è da dire… non è neppure in italiano.
Il cavetto è un classico cavetto cheap con presa Micro USB, non è lo standard più diffuso oggi e che troveremo ovunque domani, ma non è invalidante.
La piccola cassa Bluetooth invece è piacevole.
La si tira fuori e in mano non appare certo super leggera. Cosa buona, il peso è equilibrato e sembra concentrato nel centro (cuore) della NanoBeat. Qualcosa allora dentro c’è!?
Fuori troviamo ben visibile la griglia a protezione dell’altoparlante, in materiale che metallico smaltato, un corpo principale solido e leggermente opacizzato (nella versione argento che ho io non trattiene in nessun modo le impronte digitali). La parte inferiore, invece, è in plastica lucida nera. Sembra di buona qualità, c’è un gommino circolare che evita alla cassa di scivolare facilmente dopo averla poggiata su superfici molto lisce ed il pulsante di accensione/sincronizzazione. Infine abbiamo la porta Micro USB per la ricarica, posta in una posizione ottima per non disturbare.
Nel complesso la ELARI NanoBeat non dispiace.
La musica sulla punta di un dito!
Quando dico che con la NanoBeat la musica sta sulla punta di un dito, non mento!
Questa piccola cassa è davvero compatta, comodissima da trasportare (la si infila in tasca e neppure la si sente. E’ più piccola della scatolina di ricarica delle mie auricolari LG Tone Free FP5).
Essendo dotata di tecnologia Bluetooth, la cassa va prima connessa ad una fonte musicale. Accesso il Bluetooth sullo smartphone (avete già letto la recensione del Samsung A52s 5G – ancora il best buy dei medi di gamma del 2022 e del 2023?) basta tenere premuto il pulsante d’accensione presente sul fondo della cassa.
La pressione deve essere prolungata, e dopo il primo suono (una sorta di “Bang“) bisogna attendere ancora un po’. Si sentirà un “Bip” e la cassa apparirà tra i dispositivi disponibili.
Un tap, ed eccola pronta a suonare per noi.
Pronti all’ascolto
La riproduzione è immediata, ed onestamente possiamo dire anche di discreta qualità.
Una cassa così piccina non potrà mai suonare come una JBL Pulse, teniamo sempre a mente questo!
Un podcast, suona bene!
Usarla per ascoltare un podcast sicuramente è la scelta giusta. Avendo una buona riproduzione di medi e frequenze alte, i podcast restituiscono tanta soddisfazione. L’audio è pulito, piacevole, la voce si sente nitida e cristallina.
A tal proposito, consiglio l’ascolto di un podcast del Sole24Ore: il Metodo Falcone.
Musica (e fa rumore!)
Ascoltare musica con la ELARI NanoBeat è piacevole, non certo un’esperienza memorabile, ma soddisfacente sicuramente si.
Come già accennato precedentemente la cassa offre un’ottima esperienza audio su frequenze medie ed alte, mentre per quelle basse non c’è da gridare al miracolo. I bassi mancano di corpo, sono secchi e netti, e tutta la rotondità di sottofondo si perde.
La musica, in realtà, si ascolta. Visto il tipo di prodotto (e le sue dimensioni) aspettarsi prestazioni migliori è un po’ irrealistico. Il volume che la piccola cassa raggiunge è decisamente alto, e non distorce – leggermente si impasta l’audio, ma non c’è l’effetto gracchiato (stiamo parlando di alzare al massimo il volume da smartphone, oltre la soglia rossa suggerita dalla OneUI).
NanoBeat: conclusioni
La piccola ELARI NanoBeat è una cassa piccolissima. Il suoi più grandi pregi sono la compattezza e l’essere realizzata in buoni materiali (offre un ottimo touch and feel). Non dimentichiamoci che il prezzo a cui la si compra è piccolo piccolo!
La si porta in tasca, in borsa, nella tracolla da running, nello zaino, senza rendersene conto. Consente di ascoltare la musica un po’ ovunque ci pare, ad un volume anche non troppo contenuto.
Allo stesso tempo richiede qualche rinuncia. Non possiamo attenderci una restituzione del suono paragonabile a prodotti più costosi, ma anche più grandi: l’altoparlante è per forza di cose piccolo, con i suoi limiti.
Funziona come cassa, ma anche come vivavoce. La batteria dura a lungo. E’ carina a vedersi.
Consigliata? Si, se volete togliervi uno sfizio: è ideale per le serate in giardino con amici, per una grigliata, per canticchiare sotto la luna o per rilassarsi dopo un libro, per un podcast, per avere sempre la musica in tasca!
Se cercate una cassa da portare a mare, per l’estate, per le vacanze, da tenere a bordo piscina o in spiaggia (col rischio che si bagni) allora puntante alla Tronsmart.