Dublino è la capitale dell’Irlanda, una cittadina vivace e colorata, che sa sorprendere proprio grazie al suo essere inaspettatamente dinamica (almeno per un turista).
Noi ci siamo messi in viaggio nel pieno dell’inverno e siamo atterrati a Dublino.
Dublino: una piccola capitale!
Dublino è sicuramente una piccola capitale, che ha visto negli ultimi anni una crescita incredibile della popolazione residente. Basti pensare che nel 2016 erano censiti circa 600.000 abitanti, mentre nel 2018 la popolazione pare essere addirittura raddoppiata*.
La città, sicuramente la più popolosa della nazione, ha una storia lunga. Non è la storia pomposa che possiamo trovare a Parigi o Roma, ma sicuramente le sue radici affondano nell’antichità.
Dublino: un tuffo nella storia
Dublino, che nell’antica lingua d’Irlanda si chiama Baile Átha Cliath (Città del guado della staccionata) e/o Dubhlind/Duibhlind (Stagno nero), trova le sue radici nell’opoca delle invasioni danesi sui territori delle isole britanniche.
Il primo borgo fu un luogo di commercio, per lo più di schiavi, e vista la strategica posizione (tra fiume e mare) crebbe restando il principale centro dell’isola sin dai tempi medievali.
E’ difficile scavare nella storia della toponomastica, ma pare probabile e credibile la teoria secondo la quale il nome attuale della città derivi da una pronuncia storpiata del nome antico: Dubhlind.
Teoria, questa, avvalorata anche da alcune scoperte che mostrano come i popoli norreni utilizzassero la parola Dyflinn, pronunciata proprio come la parola gaelica.
Il nome gaelico attuale (che è cambiato, rispetto a quello originario) è, invece, dovuto all’espansione cittadina fino a Black Pool (lo stagno nero) e risale all’anno 988.
* Fonte “Treccani”
Radici antiche
Le prime tracce storiche di Dublino si ritrovano negli scritti di Tolomeo Claudio, all’incirca nell’anno 140 d.C.
Oltre a pochi cenni, quello che costruisce un diario della città irlandese è un mix di miti e leggende. Altri cenni più consistenti si ritrovano in documenti databili all’incirca al 450 d.C. quando si iniziano a incontrare notizie su San Patrizio.
Prima dell’anno 1000 si hanno tracce storiche di tentativi d’invasione da parte dei popoli danesi, ed infatti il primo re di origine norrena fu Thorkel I (832 d.C.).
Ovviamente la storia ci racconta di guerre, faide, battaglie e innumerevoli furono le morti che ne conseguirono. Nel X secolo si può rintracciare la fusione di due centri abitati, Ath Cliath e Dubh Linn, e nacque una cittadina che funse da base per le razzie vichinghe sulle coste irlandesi.
I popoli anglo-normanni, dalla vicina isola, puntarono ai territori d’Irlanda e nel 1171 conquistarono la Dublino di allora. Iniziarono anche le migrazioni da territori oltremare, come Galles e Inghilterra e la cittadina iniziò a cambiare volto ed anima.
La quiete non fu mai di casa, a Dublino. La città infatti andò preso fortificandosi, timorosa di attacchi da parte di popoli che, dal resto dell’isola, tentavano di appropriarsi del porto più importante.
Fu eretto un castello, intorno ad esso sorsero le prime tre chiese della città (la Cattedrale di San Patrizio, la Cattedrale di Christ Church e la Chiesa di Sant’Audoeno).
La città, pare, fosse popolata da soli normanni. Intorno, invece, vivevano i popoli autoctoni d’Irlanda (una storia antica racconta di come il clan degli O’Toole avesse massacrato i coloni provenienti da Bristol non appena approdati sull’isola).
La vita, in città, si sa non era comoda. Anzi, la città offriva condizioni peggiori che la campagna. La Peste Nera avvolse Dublino nel 1348 e le vittime furono moltissime.
A rendere la vita ancora meno gioiosa concorrevano battaglie e guerre continue. Nel 1314 truppe scozzesi attaccarono la città e rasero al suolo parte dei suoi sobborghi.
Sangue irlandese
Le conquiste britanniche imposero, anche in Irlanda, famiglie a tutela della propria dominazione. Fu nominato Fitzgerald di Kildare quale tutore e protettore di Dublino.
Le relazioni tra i regnanti d’Inghilterra e i nobili irlandesi divennero sempre più complesse e inevitabilmente le guerre ripresero.
I Tudor, dunque, decisero di conquistare l’intera isola.
Nel XVI secolo Dublino era popolata da moltissimi coloni. Il disarmo dei popoli autoctoni procedeva e la conquista sembrava regalare anni quieti a chi viveva sulla verde terra irlandese. Ci fu un però a minare la quiete.
La tassazione, la riforma protestante, il disarmo obbligatorio portarono malcontento nei conquistati. Un sentimento di ribellione iniziò a serpeggiare nelle anime degli irlandesi.
Cominciò un periodo di sangue e battaglie.
La corona inglese, poi, rincarò la dose: eretto il Trinity College, fu concesso solo agli irlandesi protestanti di poterlo frequentare. La quiete mai trovata, tra dominatori e dominati, portò ad una nuova invasione (1640) da parte degli inglesi. Alla fine Dublino cadde.
La conquista fu totale. Un’epoca di pace pareva palesarsi all’orizzonte.
Splendore
La città visse anche momenti di sviluppo. Grazie alla dominazione inglese, nel periodo di pace che Dublino visse, furono eretti nuovi edifici e la città ricostruita secondo le nuove logiche della modernità.
Il fiume non fu più ricettacolo di pattume e zona malfamata della città, bensì divenne luogo piacevole intorno al quale nacque nuova vita. Le case, un tempo progettate per dare le spalle all’acqua, iniziarono ad essere riedificate in modo tale da volgere le finestre al Liffey. Riedificati interi quartieri, nacquero anche le principali piazze della città, tanto che nel 1700 Dublino era la seconda città dell’Impero Britannico (con i suoi 70.000 abitanti).
Indipendenza: rumori e colpi forti
Il XX secolo stava portando in Irlanda, ed a Dublino, il rumore di colpi forti. Come tuoni, infatti, i cori degli operai iniziavano a far tremare le finestre della città.
25.000 uomini, nel 1913, scesero in piazza per protestare contro la magra salariale a cui erano costretti. Proteste così non se ne erano mai viste in tutto l’Impero.
La polizia caricò i manifestanti. Colpi, botte, urla. Il bilancio finale fu di migliaia di feriti e tre morti.
Intanto l’Europa aveva dato il via al primo conflitto mondiale. Al di la del mare la guerra scuoteva le anime.
In Irlanda, nel 1916, invece Patrick Pearse accese la Rivolta di Pasqua. I soldati inglesi sedarono tutto in tempi rapidissimi, ma le conseguenze furono disastrose.
Se l’opinione pubblica in un primo momento diede poca importanza a questo accadimento, la repressione britannica scatenò gli animi, accendendoli come fuochi nella notte. Furono giustiziati moltissimi giovani, la violenza dei britannici scosse gli irlandesi e l’inizia indifferenza mutò in un senso di sofferenza acuta.
Nel 1918 i Volontari Irlandesi, guidati da Michael Collins, divennero la Irish Republican Army. Nel 1922 Dublino divenne la capitale d’Irlanda, ma un’Irlanda indipendente.
La guerra civile portò con se i venti della morte e della distruzione.
Strascichi, questi, che fino agli anni ’60 resero Dublino una città sofferente e decadente.
La storia, però, porta anche momenti di splendore, dopo la distruzione. E Dublino iniziò, poi, la sua parabola ascendente. Il boom economico, iniziato nei ’90, ha portato nuova linfa alla città. E’ rinata, insomma, con un’immagine diversa.
Da cittadina tipicamente irlandese, Dublino ha iniziato la propria trasformazione in capitale europea. Meno caratteristica, più ricca.
Dublino: colore d’inverno
Siamo giunti a Dublino in una mattinata d’inverno. Cielo che, fin dall’avvicinarsi alla Gran Bretagna, ha iniziato a tingersi di nuvole grigie.
Attraversati i batuffoli d’umidità, appare subito una terra verde. Acqua ed erba. Saranno il tema e la texture che caratterizzerà il nostro viaggio in Irlanda. Sicuramente non la permanenza nella capitale.
Toccata terra, recuperata l’auto a noleggio che avevamo prenotato in precedenza, abbiamo iniziato il nostro tour per l’Isola (trovate il resoconto in un articolo dedicato), ma abbiamo scelto di dedicare gli ultimi giorni alla città.
Mattoni rossi e luci colorate
La città, appena imboccate le sue strade principali, ci ha raccontato di un passato industriale ed operaio. Queste sensazioni sono emerse non solo per via delle case dai mattoni rossi e dalle porticine tutte uguali che, come i film ci hanno abituato, raccontano la vita quotidiana di mille e mille operai in salopette e volto sporco, ma anche per la presenza, ingombrante, della fabbrica della Guinnes.
In poco tempo, e senza troppo stress legato al traffico, si raggiunge il centro città. E’ qui che noi abbiamo scelto di risiedere. Vicino ai luoghi di maggior interesse, comodo per sfruttare i servizi di trasporto pubblico, ottimo per vivere anche la Dublino serale.
Dublino appare subito accogliente.
Tante persone per la strada, negozi aperti con vetrine ricche e luminose, un’infinità di locali in cui trascorrere ore, godendo di cibo internazionale o locale, pub per la birra, vitalità ed artisti di strada intenti a suonare lungo il passeggio.
Si respira energia!
The Dublin Castle
Il Castello di Dublino è una delle attrazioni che, nel centro città, attira turisti d’ogni dove.
Storicamente questo è un luogo controverso. Rappresenta l’Irlanda di oggi, ma nel suo passato ha ospitato e rappresentato il potere inglese sull’Isola.
La sua fondazione risale al 1204, per volere di Giovanni d’Inghilterra. Nel 1684 la struttura originaria fu distrutta da un incendio, di essa abbiamo conservato fino ad oggi soltanto una torre. La struttura che si ammira oggi è di origine successiva, risalente al ‘700 e per secoli ha ospitato rappresentati anglosassoni.
Quando nacque lo Stato Libero (l’attuale Irlanda) divenne palazzo del governo.
La sua storia, però, più che essere legata alla rappresentanza del potere politico, trova genesi nelle necessità di difesa militare dei primi insediamenti. Se la sua pianta originaria era di tipo normanno, il suo ruolo di difesa militare fu difficilmente discutibile. Imponente, solido, proteggeva l’intera cittadina che sorgeva nei suoi pressi, anche grazie alla costruzione di fossati che, sugli altri fronti, consentivano di tenere a distanza i potenziali aggressori.
I gioielli rubati
Piccola nota storica. All’interno del castello vennero depositati i Gioielli della Corona Irlandese: le insegne dell’Ordine di San Patrizio.
L’istituzione dell’ordine risale al 1783. Le insegne che caratterizzavano l’ordine erano una stella da petto ed una medaglia, in oro e rubini, smeraldi e diamanti.
Nel 1903 i gioielli furono portati al Castello di Dublino, in una camera blindata, per far si che venissero custoditi in un luogo estremamente sicuro.
Ma la sorte, o le abili mani di qualcuno, decisero che la storia avrebbe dovuto essere diversa!
La porta della camera blindata era dotata di ben sette serrature. Le sette chiavi erano tutte diverse.
La mattina del 6 luglio 1907 i gioielli erano scomparsi.
Mai fu trovato il colpevole del furto, e neppure la refurtiva fu mai recuperata.
Il responsabile della sicurezza della camera blindata, Arthur Vicaris non volle dimettersi ed accusò i suoi sottoposti.
Fu indagato, comunque, uno di questi ultimi: Francis Shackleton, fratello dell’esploratore Erenst.
Nel 1921 Vicaris fu ucciso dall’IRA. La causa dell’uccisione resta, anch’essa, misteriosa.
Una nuova storia
Con la nascita dello Stato Libero d’Irlanda anche le funzioni del castello mutarono.
Non più sede amministrativa del potere inglese, fu prima sede della Corte di Giustizia, poi luogo per cerimonie ufficiali del Governo.
Oggi la struttura ha per lo più funzione turistica oltre che esser diventato una location per convention dell’establishment irlandese.
Gli appartamenti di Stato
Varcata la soglia del Castello di Dublino, fatto il biglietto, abbiamo iniziato la nostra visita.
Appena inizia il tour (libero) dovrete lasciare lo zaino ed eventuali borse in una saletta con armadietti a chiusura codificata. Non vi preoccupate, non è la famosa camera blindata! Almeno noi, avendo lasciato lo zaino con gran parte dell’attrezzatura fotografica all’interno, abbiamo ritrovato tutto!
La scalinata
La scalinata d’ingresso, che conduce al piano superiore, è la prima cosa che salta all’occhio. Sarà stata la complicità degli addobbi natalizi, i colori caldi, l’atmosfera accogliente, ma tutto è apparso curato e piacevolissimo.
Si sale, tenendosi a sinistra (siamo in un paese anglosassone!) e si raggiunge il primo grande ballatoio. Qui inizia il piccolo e rapido viaggio nella storia dell’Irlanda.
Nel lungo corridoio che ci accoglie, sulla destra, sono state esposte tutte le fotografie dei primi ministri d’Irlanda, dalla nascita dello Stato Libero.
Accanto, ma essendo una mostra temporanea non sappiamo fin quando sarà/è stato possibile vederla, erano esposti ricordi e documenti che raccontavano i viaggi degli irlandesi nel Nuovo Mondo.
Il salotto
Fu, in origine, la sala adibita per l’accoglienza per l’accoglienza del reggente inglese. Oggi, oltre che spazio visitabile, è destinata all’accoglienza formale dei dignitari di altri Paesi.
La Saint Patrick’s Hall
E’ uno dei luoghi importanti per l’Irlanda. Detta così potrebbe non voler dire nulla, ma qui viene ufficializzato l’incarico al Presidente della nazione. E’ nella parte più antica del Castello di Dublino, le decorazioni al suo interno risalgono – infatti – alla prima metà del ‘700.
Il soffitto è affrescato con tre storie: San Patrizio che diffonde il Verbo in Irlanda, l’Incoronazione di Giorgio III, Enrico II riceve i capi irlandesi sottomessi.
Le bandiere esposte nella sala sono un ricordo lontano dell’Ordine di San Patrizio. Quando fu chiusa la Chiesa d’Irlanda (provincia autonoma della Comunione Anglicana) qui furono esposte le ultime bandiere (o gonfaloni) rappresentanti le famiglie dei cavalieri dell’Ordine viventi al momento dell’indipendenza dell’Irlanda.
Un percorso tra le sale
Il piccolo percorso continua, tra sale e saloni, accompagnando il visitatore in spazi che, grazie a contenuti audio/letture, raccontano la storia dell’Irlanda. Oggettivamente il palazzo custodisce tanta storia, ma la suggestione non è così intensa e forte da lasciare a bocca aperta.
E’ vero, infatti, che la storia antico della nazione non è qui. E’ per lo più custodita nelle storie raccontate, e nei palazzi si ritrova la mano degli inglesi che hanno voluto rendere Dublino una città dinamica e … anglosassone!
Cattedrale di San Patrizio
Non troppo distante dal Castello di Dublino c’è quella che, probabilmente, diventa l’attrazione che più rappresenta lo spirito d’Irlande: la Cattedrale di San Patrizio.
San Patrizio è il santo protettore dell’Isola, che ne ha scritto parte della storia e che, ogni anno, viene ormai festeggiato con fiumi di birra verde in giro per il mondo.
La sua storia, però, non è certo legata al liquido nato dalla fermentazione dei cereali cotti.
Un santo (non irlandese)
Se San Patrizio è qualcosa che, anche a solo pronunciarne il nome, fa pensare all’Irlanda. In realtà l’uomo che fu poi santo non aveva origini sulla verde isola di cui divenne protettore.
San Patrizio, infatti, nacque in Bretagna, dove crebbe e visse. In ancora tenera età, nel mentre pascolava un piccolo gregge di pecore fu catturato da dei pirati/predoni dell’isola d’Irlanda.
Quando fu portato sull’isola, venduto come schiavo, si scontrò con la cultura e la religione druidica. Il tempo trascorse ed il ragazzo crebbe. Poi riuscì anche a fuggire e a far ritorno nella sua terra natia.
In Bretagna, illuminato dal Signore, decise di dedicarsi a studi ecclesiastici. Terminato il percorso formativo maturò la decisione di tornare in Irlanda e diffondere il Verbo a quei popoli che, invece, avevano donato la propria anima ad altre fedi.
Il percorso di predicazione ebbe subito successo e furono in centinaia gli irlandesi che vollero convertirsi al cattolicesimo. Fu così che la sua fama lo portò facilmente ad essere poi considerato protettore di quella terra.
Nella simbologia cattolica San Patrizio è sempre stato associato al trifoglio, simbolo dell’Irlanda poi e del santo prima (pare lo utilizzasse per rappresentare la Trinità).
Il giorno che si è dedicato al Santo è quello della sua morte, il 17 marzo.
La cattedrale gotica
A Dublino non si può non visitare la cattedrale intitolata al santo protettore della nazione.
A pochi passi dal centro vivo della città, si raggiunge comodamente a piedi.
Accanto alla struttura ecclesiastica c’è un piccolo parchetto, curato e silenzioso. Ma l’occhio, inevitabilmente, cade sulla cattedrale. E’ bella, gotica, imponente.
In gaelico è chiamata Árd Eaglais Naomh Pádraig, ma è anche vero che a Dublino pochi parlano l’antica lingua. Nonostante eletta cattedrale della Chiesa Protestante d’Irlanda, la struttura sorge fuori dalle antiche mura cittadine.
Nonostante il titolo di cattedrale, quella di San Patrizio non ospita vescovi, essi trovano sede nella vicina Christchurch.
Anche qui, prima di entrare, bisogna acquistare un biglietto. Il prezzo è giusto e la chiesa merita assolutamente la visita.
Al suo interno, in un esser piena di cose davvero suggestivo, si possono ritrovare tantissime note che raccontano la storia della nazione. Ci sono tantissimi ricordi e segni della guerra che ha visto vittime moltissimi giovani irlandesi, ma anche oggetti che sono ad oggi parte della leggenda d’Irlanda.
La porta di legno
Tra le cose più belle e interessanti presenti nella cattedrale troviamo indubbiamente la porta di legno. A qualcuno potrebbe far sorridere, ma si, una porta di legno famosissima è custodita nella Cattedrale di San Patrizio.
Ad essa è associato un detto irlandese: giocarsi un/il braccio. Durante le numerose guerre d’Irlanda, due famiglie erano profondamente coinvolte in faide reciproche.
Il Conte di Ormond (di una delle due famiglie) riuscì a sfuggire ad un’imboscata architettata dal Conte di Kildare (l’altra famiglia). Questi, colpito da un improvviso moto di magnanimità, notando l’Ormond in difficoltà volle appacificarsi.
Aprì due squarci (buchi) nella porta che proteggeva l’avversario, propose di stringersi la mano e porre fine alle ostilità.
La richiesta sembrò folle all’avversario in trappola. Dopo vari tentennamenti, il Conte di Ormond volle fidarsi e infilò il braccio nel foro (timoroso di vederselo tagliare).
Il Conte di Kildare invece gli strinse la mano e fu la pace.
La tomba di Swift
Pochi lo sanno, ma Swift, l’autore di I viaggi di Gulliver fu sepolto nella cattedrale di Dublino. E non fu un caso!
Tra il 1713 ed il 1745, Swift, fu Diacono presso la Cattedrale di San Patrizio.
La sua fu una vita turbinosa e polemica. Una continua battaglia contro lo status degli irlandesi agli occhi degli inglesi.
Tantissime furono le opere scritte contro la Chiesa e gli espropri ai danni del popolo verde, ma anche i discorsi che tenne dentro e fuori alla cattedrale. Tantissimi dublinesi accorrevano ad ascoltarlo, incitati dalla foga e dalla passione che infondeva nei propri momenti.
Oggi, che tutti ci perdiamo nelle storie di Lilliput e di Gulliver, dimentichiamo le ragioni che portano alla scrittura di opere di questo tipo. Un esempio, legato all’umorismo nero e ai disagi che Swift denunciava scrivendo, lo ritroviamo chiaramente in Una Modestra Proposta: ingrassare i bambini irlandesi per darli in pasto ai ricchi inglesi!
La cattedrale è suggestiva, l’atmosfera gotica rende davvero particolare la visita. Le luci della candele, il vociare sommesso, le vetrate colorate, tutto è estremamente piacevole alla vista. Indubbiamente non siamo di fronte ad un gotico imponente, maestoso, ma certo è che non lascia indifferenti.
Ci perdiamo, dunque, con lo sguardo sul mausoleo funerario posto a qualche passo dalla porta principale. Li, come a comporre una storia, gli intarsi in legno raccontano tragedie e scene di vita nella Dublino dei tempi più remoti.
La città riserva altre sorprese, dai negozietti di chicche artigianali, oggetti di design, pub e birrerie, luoghi esperienziali, luoghi storici, passeggiate, ristoranti e mercati. Vi racconteremo altro nel prossimo articolo!