Pochi chilometri oltre il confine italiano, tra le alpi, ci si imbatte in una cittadella medievale che domina un paesino di circa 990 anime. E’ Burg Heinfels.
Non è il castello che ha dato natali ed ospitalità ad alcun imperatore, ha segnato però la storia di questi luoghi che caratterizzano il versante austriaco della Val Pusteria.
Burg Heinfels: storia di un salvataggio
Immerso nel verde alpino, il paesino di Heinfels è un centro rurale abitato da circa 990 abitanti. Questi luoghi silenziosi vivono del brio dell’estate- e del candore invernale: sono i periodi dell’anno in cui il turismo ravviva la quiete tirolese.
Superato il cuore del piccolo centro abitato incontriamo, maestoso, il Burg Heinfels. E’ un castello che domina una collina brulla, circondato da prati e pascoli.
L’edificio, protetto da mura e merli, ospita oggi un museo e si ravviverà grazie a progetti diversi che sono in fase di sviluppo. La sua storia, che affonda le radici in epoche assai remote, non è sempre stata gioiosa.
Borghi del silenzio d’oltralpe
Possiamo quasi fare un azzardo: inserire Heinfels (o meglio, il burg) nell’elenco che stiamo costruendo dei Borghi del Silenzio.
Se oggi il paesino vive di turismo nei due periodi d’alta stagione (estate ed inverno), il resto dell’anno si lavora tra pascoli e gestione boschiva, oppure nelle piccole fabbriche di zona. Sicuramente spicca, in loco, la sede austriaca della bolzanese Loacker. Si, qui si producono i wafer più buoni del mondo!
E’ proprio grazie alla famiglia di imprenditori italiani che il borgo è rinato ed oggi è bello e tanta progettualità gli ruota intorno. Proviamo a scoprirlo raccontandone brevemente la storia.
Epoche remote, rocce e sangue
Risale all’incirca al 1210 la posa della prima pietra e la costruzione della prima torre. Pian piano il borgo ha iniziato a svilupparsi e crescere.
Nel 1280 circa furono erette le prime mura, l’ala residenziale e la cappella del castello. Tra mille battaglie, a prendere possesso di questi luoghi fu il Conte di Gorizia.
La storia, poi, rese protagonisti due fratelli.
Johann e Leonhard, insigniti del titolo di conte, lavorarono affinchè fosse ampliata l’influenza di Heinfels. Nel 1460 decisero di attribuire al castello il ruolo di loro principale residenza.
Quando cessò la casata dei Conti di Gorizia, il territorio passò in eredità all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo.
Nel 1525 il contado intorno si rivoltò e prese d’assalto il castello.
Ma la turbolenta fortezza non fu teatro solo di caotiche rivolte popolari. Fu anche prigione.
Qui furono detenuti prigionieri per i più disparati crimini, tra cui la stregoneria.
Tra battaglie e guerre, il castello resistette innumerevoli volte. Cadde, poi, per via della poca cura e della poca attenzione alla manutenzione delle mura esterne.
Crolli e cadute
Nel ‘900 si ebbe il periodo di maggior declino del borgo. 1917, 1928, 1932 gran parte del nucleo medievale crollò.
Prima che la proprietà fosse acquistata dagli attuali proprietari il borgo visse un momento di piena decadenza. All’incirca nel 1936, dopo svariati passaggi di proprietà, il castello fu acquisito – si racconta per uno scellino – da un privato. Questi lo acquisto e trasformò in residenza privata, difettando però in cure e manutenzione.
Ancora oggi sono visibili le tracce di questa trasformazione: una parte del borgo è chiaramente abitazione privata. Il moderno feudatario poi, alla sua morte, lasciò il tutto ammalorarsi. I tanti costi da sostenere, gli investimenti che parevano necessari, portarono gli eredi ad optare, fortunatamente, per la vendita.
E la rovina durò anni ed anni, fino al 2007, quando l’imprenditore italiano, attraverso la società da lui fondata e posseduta, la Loacker, accordandosi con le comunità di Heinfels e di Sillian, acquistò il sito. Fu allora che il borgo respirò un’aria nuova, grazie a investimenti dedicati al restauro ed alla ripresa degli edifici.
Rinascite
Si iniziò a lavorare su un progetto ambizioso. Il progetto di ristrutturazione era complesso: salvare quanto di buono e salvabile, renderlo disponibile alle generazioni future, rendere il borgo un’attività redditizia ed attrattiva.
Tra il 2016 ed il 2020 i lavori procedettero, fu aperto un piccolo museo, furono coinvolti diversi attori locali, da Stato del Tirolo, Associazione Museale Burg Heinfels, Ufficio federale per la tutela dei monumenti, i diversi comuni dell’Alta Pusteria, la Loacker stessa e la popolazione locale.
Una mattinata nel borgo
Una bella mattina d’autunno, col cielo grigio e piovoso, abbiamo deciso di andare alla scoperta dei dintorni di Dobbiaco. Ci eravamo recati qui per andare ad esplorare le Dolomiti, tappa principale: le Tre Cime di Lavaredo.
Visto il meteo non certo propizio al trekking, studiando un po’ il territorio ed i dintorni, abbiamo deciso di superare il confine e raggiungere l’Austria: meta finale, Burg Heinfels.
A circa 15 minuti di strada da Dobbiaco c’è questo primo piccolissimo borgo austriaco.
La strada, con a destra e sinistra scorci meravigliosi e paesaggi incantevoli (oltre alla natura, anche qui come sui monti ci sono ancora segni e ricordi delle Guerre Mondiali), scorre placida e silenziosa. Mentre una pioggia fitta e sottile ci avvolge, raggiungiamo il parcheggio privato del borgo.
Si paga. 50cent. all’ora.
Abbandoniamo il mezzo di trasporto e di buona lena raggiungiamo attraverso il sentiero in terra battuta e selce l’ingresso del castello.
L’atmosfera è strana. Silenzio ovunque, intorno a noi.
La porticina è aperta, ma non si vede nessuno. Seguiamo la stradina e sulla destra troviamo un piccolo shop, che funge anche da biglietteria. Entriamo, curiosiamo, chiediamo se il borgo è visitabile. Di li a un quarto d’ora ci sarebbe stata una visita guidata. Compriamo il ticket (circa 20€ a persona) e attendiamo la partenza del tour.
Una guida, in tedesco per lo più
E’ bassa stagione l’autunno. Di turisti italiani, in zona, ce ne sono pochi. La maggior parte dei frequentatori è austriaca e tedesca.
La guida, infatti, prima di iniziare il tour guidato domanda: “Ci zono italiani cvui?” – mi scusino gli amici tedeschi, ma dovevo render in qualche modo il suono. Alziamo la mano in due.
Ci avvisa che non potrà offrire il servizio completo, dovremo accontentarci di spezzoni dedicati a noi e avere una versione ridotta dei contenuti rispetto ai tedescofoni.
Burg Heinfels, comunque, si apre a noi.
Saliamo delle prime scale e raggiungiamo una porzione di mura. Qui ci sono ancora feritoie antiche che ci danno idea della visuale goduta dai soldati posti a difesa della porta.
Frattanto scopriamo la storia di una strana leggenda: qui, sotto al castello, c’è la tomba di un gigante. E’ uno dei famosi giganti delle leggende dolomitiche, la leggenda dice che nella cattedrale di San Candido (in Italia) ci sia la costola di uno di essi.
La casa moderna nel castello
D’improvviso, inerpicandoci per una stretta scala di design, finiamo per entrare in quella che, ancora oggi, sembra essere stata una casa. Un’appartamento! Si, un appartamento quasi stile anni ’70.
Scopriamo che fu la casa dell’ultimo proprietario del castello. Di storico e di valore, qui dentro, c’è poco o nulla. Resta solo la storiella narrataci riguardante la visita di un gruppo di acchiappa-fantasmi tedeschi. Ebbene, proprio sulla scala pare avessero notato una presenza. Che tutto possa essere legato al fatto che proprio sotto di noi, antecedente alla costruzione del castello, ci fosse un cimitero?
Continuiamo a salire scale, troviamo una teca in vetro con all’interno resti d’epoca romana. Pochi, ma preziosi, a testimonianza del passaggio delle truppe imperiali in queste aree e che, già allora, vi fossero piccoli insediamenti stanziali.
Per le sale sulle mura
Camminiamo e scopriamo altri dettagli della storia del borgo. In una sala, con un plastico componibile (bellissima idea) si raccontano le varie fasi di edificazione del borgo e la sua storia.
Da una piccola torre a castello con chiesa privata (la cappella, di cui trovate qualche foto su) e la chiesa esterna alle mura.
Pian piano tutta la struttura evolve, le merlature iniziali vengono inglobate (e se ne nota ancora traccia ben guardando le pareti) e da ortilizio il borgo diventa residenza nobiliare.
All’apice di una torre ci raccontano la storia ed i passaggi di proprietà. Guerre e politica, nonostante Heinfels non fosse centro strategico, anche qui spostarono equilibri sociali. Tra imperatori, nobili, Chiesa e popolani la storia intreccia sangue ed oro.
Abbandoniamo quest’ala e ci dirigiamo al corpo principale.
Entriamo dall’altra porta e ci troviamo nel cortine più interno del borgo. Qui, con accanto un pozzo, possiamo scoprire quali progetti riguarderanno questi edifici.
Sorgerà un ostello/hotel, ci sarà un ristornate, si faranno eventi musicali e ricevimenti, si sta puntando a far del borgo un’attrazione turistica redditizia. Ed i lavori di restauro procedono spediti.
La leggenda del pozzo
Il pozzo, dove ci siamo affacciati, è in realtà una cisterna. Veniva adoperata per raccogliere l’acqua piovana e per servire alle necessità della corte che qui risiedeva. Le storie che sorgono, come sempre, intorno a cose semplici, nel tempo diventano sempre più intriganti.
Qui, si narra, sia nascosto un grande tesoro. Nessuno sa precisamente dove, nè cosa ci sia all’interno, ma il tesoro c’è. E’ nascosto alla fine del condotto che, secondo antiche storie, parte dalla cisterna e conduce fino ad una locanda in paese.
Attraversando questo lungo corridoio si poteva raggiungere una porticina protetta da un cane terrificante. Chi avesse avuto la forza, e l’ardore, di superarlo avrebbe trovato il tesoro. Ad oggi, stando a cosa abbiamo ascoltato, nessuno è stato così ardito!
Le sale interne
Proseguiamo. Il castello ha varie sale. Ci sono, in alcuni periodi dell’anno, anche mostre visitabili.
Le sale, in ogni caso, sono ben tenute, anche se spoglie. C’è un piccolo percorso tematico che racconta con foto e documenti dell’epoca la storia della Val Pusteria e di Heinfels. Niente di troppo notevole da essere stato poi trascritto nei libri di storia.
Ci sono, però, tre stufe molto belle che richiamano alle tradizionali stufe di ceramica che in tutte le case dell’arco austriaco ed alpino sono installate per stemperare i freddi invernali.
Raggiunta la terrazza si gode un panorama niente male, nonostante il tempo non proprio soleggiato. I colori dell’autunno sono incantevoli, la serenità della vale è esplosiva. Tutto è quieto intorno.
La gara per le scale!
Qui si tiene una competizione molto molto strana! Si corre per le scale!
E’ tradizione, ormai, da qualche anno che chi si sente pronto ed atletico abbastanza, corra per essere eletto “castellano/a” dell’anno. C’è una scala stretta e ripida, porta fin sul tetto.
Ogni anno atleti o sedicenti tali corrono in batterie da due per raggiungere nel minor tempo possibile la vetta. Chi vince diventa castellana/o per un anno.
La cappella
Infine raggiungiamo la cappella. E’ una cappella sconsacrata. Qui il soffitto era completamente crollato, ma i restauri hanno reso il tutto abbastanza particolare.
Come ci viene raccontato, l’architetto, entrando nella cappella diroccata, notò una pozzanghera al centro del pavimento.
Perdendosi a guardarla, nel mentre la pioggia cadeva, fu catturato dalle increspature dell’acqua stagnante. Volle così riproporle come copertura, rendendo la volta ed il soffitto un omaggio alla pioggia.
Oggi infatti il soffitto ha una forma particolare, quasi ad onde e l’illuminazione sfrutta lampade che sembrano gocce cadenti in velocità. Bella e particolare.
Qui si trovano ancora dei resti antichi, la sovrintendenza ha scelto di non effettuare restauri invasivi e di preservare quel senso di decadimento che fu trovato alla scoperta del luogo.
Anche le finestre non possono essere ricostruite, resteranno “tappate” dal legno.
La visita si conclude con un video che, in forma di cartone animato, racconta brevemente la storia di Heinfels.
Burg Heinfels: carino!
La visita giunge al termine, proseguiamo la passeggiata e scendiamo nuovamente nel cortile dietro allo shop attraverso una scaletta che ci consente di guardare con altra prospettiva il borgo.
Pare che, lungo le mura, ci siano anche dei nidi di falchi.
Concluso il viaggio storico, restiamo soddisfatti e un po’ delusi insieme. La guida ci ha dedicato ritagli di tempo, eppure il biglietto è stato pagato tanto quanto l’utenza tedesca. Non proprio corretto. La visita è stata comunque piacevole, anche se abbiamo fatto da noi con la ricerca di alcune informazioni.
Per chi gira in Val Pusteria questa è una tappa che sicuramente arricchirà l’esperienza di scoperta, non certo indimenticabile, ma interessante. Meglio recarsi a Burg Heinfels in alta stagione (estiva).